Il segnale audio video è qualcosa di abbastanza complesso e non esiste un solo standard o formato. Di seguito uno sguardo veloce ai vari formati in cui un segnale video può uscire dalla sorgente ed essere distribuito dalla matrice ai vari televisori.
VIDEO COMPOSITO
Il formato più comune fino a qualche anno fa è stato il video composito, ossia la vecchia presa SCART. In questo tipo di trasmissione il flusso video viaggia su un cavo coassiale (due fili concentrici), mentre il segnale audio simultaneo viaggia su altri due cavi coassiali, uno per il canale destro ed uno per il canale sinistro (stereofonia). Il massimo della definizione in questo caso era 780p, cioè il quadro è diviso in 780 linee costruite progressivamente una dopo l’altra.
La trasmissione video composito è ancora oggi un metodo valido di distribuzione di sorgenti analogiche.
HDMI
L’equivalente odierno della SCART è l’HDMI. L’HDMI è una trasmissione completamente digitale in grado di gestire flussi video oltre i 1980×1020 (full HD) e audio in dolby DTS o altri formati surround. L’ultima evoluzione dell’HDMI è stata la trasmissione del segnale 3D.
L’HDMI è croce e delizia di molti custom installer e fonte frequente di problemi apparentemente inspiegabili. Il motivo è che la trasmissione del segnale, oltre ad essere completamente digitale, è anche abbastanza complessa. Accanto al segnale vero e proprio l’HDMI trasmette anche un protocollo di decodifica, HDCP, che impedisce la riproduzione di copie non autorizzate di un contenuto come un Blu-ray. Il sistema doveva impedire qualsiasi forma di pirateria
La trasmissione del segnale HDMI in casa risente anche di un altro limite: la distanza massima percorribile. Un cavo HDMI saldato o crimpato in cantiere (e per un’operazione del genere è necessario un professionista) non supera i 20-30 metri. Per ovviare a questo problema si sono diffusi i convertitori. Il segnale viene fatto transitare su di un cavo di rete e poi riconvertito in HDMI in prossimità del televisore.
Tutto ciò premesso è semplice capire le sigle delle matrici proposte sul mercato. Per esempio, una matrice 4×4 HDMI è in grado di gestire 4 sorgenti su 4 televisori direttamente in HDMI, mentre una matrice component 16×16 è in grado di gestire 16 monitor ma solo con sergenti in component, la vecchia SCART, per le quali sono disponibili adattatori.
Visto che nella maggior parte dei casi, visto il problema delle distanza massime percorribili, il segnale HDMI veniva convertito in UTP, oggi molte matrici convertono internamente il segnale semplificando il lavoro di cablaggio.
Inutile dire che, specie per l’HDMI, la qualità della matrice è fondamentale per evitare problemi. Non è però semplice capire la qualità di una matrice; leggendo le schede tecniche i prodotti si somigliano tutti. E qui l’esperienza del custom installer è fondamentale, anche se ovviamente ci sono alcuni marchi che hanno dimostrato nel tempo la qualità e l’affidabilità dei propri prodotti.